Sempre più spesso sento il richiamo della natura farsi insistente, pressante. E allora si molla tutto e si parte, per luoghi dove la natura la fa da padrona; dove ci si perde nel silenzio, rotto soltanto dal canto di un ruscello, dai richiami alti degli uccelli che volano liberi nel cielo, dal fischio acuto della marmotta, sentinella attenta. E se all’inizio mi sento un’intrusa, con la mia frenesia, i ritmi “cittadini” che fatico a lasciar andare, piano piano mi lascio avvolgere dall’incanto dei fiori, del sole che filtra attraverso i rami di un bosco, dell’acqua gelida di un torrente che mi chiama (non mi faccio mai pregare) a bagnarmi e lasciar scivolare via lo stress, l’affanno, i pensieri del vivere quotidiano. Ora so che questo è uno dei motivi che mi ha spinto a trasferirmi in campagna. Quando apro le finestre colline a perdita d’occhio mi salutano, il fiume placido (se di buon umore) scorre incessante; mi insegna ad essere acqua che scorre ma anche la roccia su cui l’acqua scivola via. E ogni giorno mi sveglio grata di questa immensa riserva di energia che mi circonda, sempre nuova, potente, corroborante. E ringrazio Madre Terra per questo regalo immenso.



